WING CHUN

Quando la Difesa Personale diviene Arte

Cos’è il Wing Chun?

Il termine completo “Wing Chun Kuen” o “Wing Tsung Kuen” (a seconda della traslitterazione degli ideogrammi), può essere tradotto con il significato di “Pugno dell’Eterna Primavera” (dove “pugno” – Kuen –  in riferimento alla disciplina tende a rappresentare l’intero stile di combattimento), e  identifica un’arte marziale di origine Cinese con oltre 300 anni di storia, pratica e sviluppo.

La leggenda vuole che questa disciplina, ideata specificatamente per l’autodifesa, sia stata fondata da una donna, una Maestra esperta di Arti Marziali proveniente dal Monastero di Shaolin, al tempo considerato il principale luogo di culto per la ricerca spirituale e soprattutto per l’addestramento alla lotta. Molte sono le storie che circondano questa disciplina; tutte sono accomunate dalla sua efficienza in combattimento.

Il Gran Maestro Ip Man, conosciuto per la sua formidabile abilità marziale (tanto da aver meritato ai giorni nostri una serie di film ispirati alla sua storia e alle sue gesta leggendarie) è una delle figure più note di questa pratica marziale, non solo per essere stato l’insegnante del famoso Bruce Lee, ma per essere colui che ha aiutato a diffondere un’arte così tanto speciale da essere stata da altri destinata alla segretezza.

In cosa differisce la pratica del Wing Chun dalle altre discipline?

Il tratto che contraddistingue questa Arte Marziale dalle altre pratiche è la visione con la quale viene concepito il combattimento. Il sistema tecnico prende in considerazione quell’aspetto “scomodo” che caratterizza lo scontro tanto da essere associato al combattimento in strada. Si parla di trovarsi a fronteggiare un aggressore avvantaggiato dal punto di vista dei parametri fisici e talvolta psico-emotivi (es: prestanza fisica, pronunciata aggressività, forza…).

Il praticante apprende come “liberarsi della propria forza” (uno dei principi tradizionali della pratica) al fine di trovare quelle risorse che consentano di vincere il proprio avversario, non per mezzo della mera forza fisica, ma bensì attraverso il metodo.

Così la conoscenza dei maestri del passato, incontrando i concetti odierni di fisiologia e biomeccanica, ci fornisce una disciplina dinamica ed evoluta, per uno studio del combattimento dettagliato e profondo, attraverso il perseguimento di un continuo miglioramento psicofisico.

Qual è lo scopo della disciplina ai nostri giorni?

L’obiettivo è fornire all’allievo molteplici risorse, utili a fronteggiare le piccole e grandi sfide che la vita gli pone di fronte. L’allenamento aiuterà ad acquisire dimestichezza, affinché la pratica diventi uno strumento di scoperta personale versatile e quanto di pronto utilizzo. Coinvolgendo mente e corpo verranno affrontati tutti gli aspetti del combattimento senza tralasciarne l’aspetto pratico, promuovendo costantemente movimento, controllo e sicurezza. Con il tempo e la dedizione si potrà portare la pratica a sfiorare il livello di arte, riscoprendo tutti quei benefici che vanno al di là del combattimento e che mirano alla ricerca del proprio equilibrio interiore.

A chi è adatta la pratica?

L’approccio individuale alla disciplina è un valore aggiunto purtroppo spesso sottovalutato. Essendo una pratica ricca di contenuti sia in termini didattici che di benefici, viene insegnata per essere svolta in funzione delle proprie caratteristiche ed esigenze. Per tale ragione l’allenamento può essere adattato a seconda delle proprie necessità: l’attività è fruibile a persone di ogni età, sesso e condizione fisica.

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